Tacciono, e il silenzio incide ancora più a fondo il ricordo di
questo bacio. Il bacio c’è stato, e potrebbe essere uno di quei baci che
nella magia dell’attimo uomini e donne si sono scambiati già miliardi e
miliardi di volte: un bacio, perché in fondo alla vita c’è il bacio; un
bacio, perché solo così i corpi riescono a esprimere quel che cercano
per tutta l’esistenza; un bacio, perché tra uomo e donna qualsiasi
parola è superflua. Il bacio c’è stato, perché era giunto il momento,
l’improrogabile momento del bacio, nel quale perde ogni senso tutto ciò
che è accaduto e può accadere senza il bacio – un gesto indifeso e
assetato, l’incontro di due epidermidi riarse, al di sopra delle
abitudini, delle inclinazioni e dei riti, un morso ammansito, un
comportamento da predatore ormai addomesticato che l’uomo custodisce nei
nervi e nelle labbra, come il ricordo di qualcosa che all’inizio dei
tempi e della vita umana era spaventoso, cruento e mortale…
Si sono baciati perché non potevano fare altro. E ora tacciono.
Si sono baciati perché non potevano fare altro. E ora tacciono.
Sándor Márai da “Il gabbiano”
Nessun commento:
Posta un commento