Quando non può lottare contro il vento e il mare per
seguire la sua rotta, il veliero ha due possibilità: l’andatura di cappa che lo
fa andare alla deriva, e la fuga davanti alla tempesta con il mare in poppa e
un minimo di tela. La fuga è spesso, quando si è lontani dalla costa, il solo
modo di salvare barca ed equipaggio. E in più permette di scoprire rive
sconosciute che spuntano all’orizzonte delle acque tornate calme. Rive
sconosciute che saranno per sempre ignorate da coloro che hanno l’illusoria
fortuna di poter seguire la rotta dei carghi e delle petroliere, la rotta senza
imprevisti imposta dalle compagnie di navigazione. Forse conoscete quella barca
che si chiama desiderio.
Henry Laborit, L’elogio
della fuga
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