Però ci sono alcuni movimenti
che si assomigliano al ritorno
come il fulmine alla luce.
E' come se fossero
forme fisiche del ricordo,
un volto che torna a formarsi tra le mani,
un paesaggio sprofondato che si reinstalla nella retina,
cercare di misurare ancora la distanza che ci separa dalla terra,
tornare a verificare che gli uccelli continuano a vigilarci.
Non c'è ritorno.
Ciò nonostante,
tutto è una aspettativa all’incontrario
che cresce all'indietro.
Roberto Juarroz
dalla raccolta "Poesía Vertical"
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