A chi sto parlando? Chi mi chiede
alcunché? A quale tuo ribelle scopo serve
il mio gergo? Perché piangere, pestare
i tuoi piedi su questo caldo terreno, infestato
dalla pioggia, dalle lacrime che cadono amorevoli
sulla tua calda testa.
alcunché? A quale tuo ribelle scopo serve
il mio gergo? Perché piangere, pestare
i tuoi piedi su questo caldo terreno, infestato
dalla pioggia, dalle lacrime che cadono amorevoli
sulla tua calda testa.
Perché pesti i piedi? Perché gridi nella
fragile notte, se gli angeli vigilano e
pestano i piedi, sul fondo
del tuo cuore, fragile e pronto a perdonare?
Oh mia calda anima; essi, i ricchi, di
mente e di materia, t’acquiseterebbero
preferirebbero ti tenessi al sicuro
da eventuale assassinio.
fragile notte, se gli angeli vigilano e
pestano i piedi, sul fondo
del tuo cuore, fragile e pronto a perdonare?
Oh mia calda anima; essi, i ricchi, di
mente e di materia, t’acquiseterebbero
preferirebbero ti tenessi al sicuro
da eventuale assassinio.
Alla maniera dei ricchi (il loro povero
gergo) giace questa brillante sete:
di perdonarti, e poi passare
ad assetata vendetta, se anche
solo mi lascerai stringerti le
punte della dita, le tue fredde calde mani, aggrappandosi.
Da quando facesti prova in molte miriadi
sagomati angoli di questa sete di rabbia,
di questo tuo assassinio: hai ceduto: sii
povero, non male amministrare le cose che scorrono
lungo le tue rosse radici.
gergo) giace questa brillante sete:
di perdonarti, e poi passare
ad assetata vendetta, se anche
solo mi lascerai stringerti le
punte della dita, le tue fredde calde mani, aggrappandosi.
Da quando facesti prova in molte miriadi
sagomati angoli di questa sete di rabbia,
di questo tuo assassinio: hai ceduto: sii
povero, non male amministrare le cose che scorrono
lungo le tue rosse radici.
(Egli siede e piange ma non cederà
alla consolazione, la madre del
principe, giunto barcollando, sonnecchiando
su caldi cuscini: il tuo dono, la tua
passeggiata, il tuo sopportarmi,
assieme a tutte le rose radici).
Per tutto l’inverno che fu come un gelo tra le
Tue braccia io fuggivo desolata per una vasta, grande
Pianura color ambra. Non era per gelosia che sfumavano
le grandi ombre dei grattacieli; non era per il
gelo che io disdegnavo l’amico. Disegnavo attentamente
grandi trionfi che sfumavano anch’essi al primo
vano apparire del sole. Il sole forse era la tua
ombra sagace e sadica, la tua mano era piena di ombre
e i tuoi occhi simulavano la rapina, il sale e
i trionfi.
Arrestandomi su dei marciapiedi guardavo attentamente
muoversi il fiume. Non era chiaro se la città
si vendicasse!
alla consolazione, la madre del
principe, giunto barcollando, sonnecchiando
su caldi cuscini: il tuo dono, la tua
passeggiata, il tuo sopportarmi,
assieme a tutte le rose radici).
Per tutto l’inverno che fu come un gelo tra le
Tue braccia io fuggivo desolata per una vasta, grande
Pianura color ambra. Non era per gelosia che sfumavano
le grandi ombre dei grattacieli; non era per il
gelo che io disdegnavo l’amico. Disegnavo attentamente
grandi trionfi che sfumavano anch’essi al primo
vano apparire del sole. Il sole forse era la tua
ombra sagace e sadica, la tua mano era piena di ombre
e i tuoi occhi simulavano la rapina, il sale e
i trionfi.
Arrestandomi su dei marciapiedi guardavo attentamente
muoversi il fiume. Non era chiaro se la città
si vendicasse!
Amelia Rosselli
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