Amore, io ti ho dapprima
imbottito di carne e d'oro
come un Cesare feroce;
incubo dal seno greve,
il tuo bacio spossante
mi ha stancato la bocca.
Ti ho rivisto, sanguinante,
camminavi, barcollando
sotto la terrificante squadra;
Messia dal fianco trafitto,
ai tuoi piedi ho cosparso
tutto il nardo della terra.
Tu sorridi, pallido e bello:
la tua carne mi è una torcia
fatta di cera e fiamma;
stringo, nuda delizia,
il tuo volto sconosciuto
uguale alla mia anima.
Ti vedrò, pensoso,
sull'ultimo frangente,
dolce pirata delle cose;
oscuro dio senza devoti,
forse una notte i tuoi papaveri
mi guariranno dalle rose.
Marguerite Yourcenar
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