di tante cose che conosco,
è come se portassi pietre
smisurate in un sacco,
o la pioggia fosse caduta,
senza sosta, sulla mia memoria.
Non chiedetemi di quello.
Non so di che cosa state parlando.
Non ho saputo che cosa è successo.
Gli altri neanche sapevano
e così girai di nebbia in nebbia
pensando che nulla accadesse,
cercando frutti per le strade,
pensieri nelle praterie
e il risultato è il seguente:
che tutti avevano ragione
e io nel frattempo dormivo.
Per ciò aggregate nel mio petto
non solo pietre ma ombra,
non solo ombra ma sangue.
Così stanno le cose, ragazzo,
e così anche non stanno le cose,
perchè, malgrado tutto, io vivo,
e la mia salute è eccellente,
mi crescono l'anima e le unghie,
giro per le barbarie,
vado e vengo dalle frontiere,
reclamo e segno posizioni,
ma se volete saperne di più
si confondono le mie rotte
e se udite latrare la tristezza
vicino a casa mia, è l'amore,
il tempo perduto è il pianto.
Quindi di ciò che ricordo
e di ciò di cui non ho memoria,
di quello che so e di ciò che ho saputo,
di quello che ho perduto per strada
fra tante cose perdute,
dei morti che non mi sentirono
e che forse volevano vedermi,
meglio che non mi chiedete niente.
Toccate qui, sul panciotto,
e vedrete come mi palpita
un sacco di pietre oscure.
Pablo Neruda
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