Sempre presente come un tormento,
come un incantesimo, una parola pronunciata
come l'insetto che vola impazzito
seguendo un'idea in un'ossessione infinita.Una parola, forse sfuggita, senza importanza,
un paragone insensato -può essere-
non mi interessa se premeditata, con perfidia;
falsa o vera, mi fa sussultare.Dal luogo profanato un sensibile lamento
dove la mia fiamma stava per tornarsi ad accendere
per la magia di una parola dolce, di un nome rimpianto,
ma ci sono fiamme che è meglio non lasciar rinascere.Vivere non è che un'eterna rinuncia
e ci sono rinunce impossibili da spiegare;
per esempio, a mani amiche che regalano tenerezza,
come dire: "non la voglio, mi fa sanguinare"?Sempre rinunciamo da quando siamo nati
a ciò che vogliamo tralasciare,
ai godimenti più grandi: amore, vita, libertà.
Eppure, a essi ci fanno sempre rinunciare.Sempre presente come un tormento,
qualcosa che non riesco mai a spiegare.
Ramòn Sampedro, Mare dentro
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