Nessuno
mi aveva mai detto che il dolore assomiglia tanto alla paura. Non che
io abbia paura: la somiglianza è fisica. Gli stessi sobbalzi dello
stomaco, la stessa irrequietezza, gli sbadigli. Inghiotto in
continuazione.
Altre volte è come un’ubriacatura leggera, o come quando si batte la testa e ci si sente rintronati. Tra me e il mondo c’è una sorta di coltre invisibile. Fatico a capire il senso di quello che mi dicono gli altri. O forse, fatico a trovare la voglia di capire. È così poco interessante. Però voglio avere gente intorno. Ho il terrore dei momenti in cui la casa è vuota. Ma vorrei che parlassero fra loro e non a me.
Diario di un dolore, Clive Staples Lewis
Altre volte è come un’ubriacatura leggera, o come quando si batte la testa e ci si sente rintronati. Tra me e il mondo c’è una sorta di coltre invisibile. Fatico a capire il senso di quello che mi dicono gli altri. O forse, fatico a trovare la voglia di capire. È così poco interessante. Però voglio avere gente intorno. Ho il terrore dei momenti in cui la casa è vuota. Ma vorrei che parlassero fra loro e non a me.
Diario di un dolore, Clive Staples Lewis
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