Esatta è la parola
che viene a noi dal bene,
che afferra come la mano del destino
e piega le ginocchia
e l’uno all’altra ci abbandona.
Se resta un’ombra, amore,
non sarà l’ombra del peccato
ma quella che protegge dalla luce estrema,
che custodisce lo sguardo di chi ama.
A volte il tuo viso muta,
un fragile tremore bacia le tue labbra:
soltanto il bene si mostra così,
nella minuscola piega della pelle,
nel battito sottile dello sguardo.
Il male non ha rossori,
nulla lo lascia impallidire
e si nasconde.
In questa notte nuda di parole
come un angelo cancelli il mio dolore
nella grazia tremante del tuo sguardo.
Anche se questo esilio mi apparterrà per sempre
la tua dolcezza è un’anima,
un lampo acceso nel destino,
una carezza deposta nel mio cuore
più forte del vento solitario
che vi respira dentro.
Lo so che un’ombra ci separa,
che questa luce è fragile
come certi lucignoli che scuote
la brezza leggera d’autunno,
ma il tuo sorriso forse l’ha scritto Dio
nel mio destino.
Ora ti parlo, assente, come se fossi qui
nella luce che bacia questo foglio,
angelo che non avevi un nome,
che forse indovinavo in certe primavere,
che già sentivo in fondo al cuore
quando Dio mi accarezzava nella notte,
tu che non conoscevo, di cui sapevo l’esistenza
da quella mano misteriosa
che mi mostrò la gioia più grande
custodita nel dolore,
tu che mi doni in un fragile sorriso
la vertigine
che solamente danno la bellezza e il bene
lascia che ti chiami amore
semplicemenete, così, come colui che prega
chiama amore Dio
e lo ama di più perchè assente…
Roberto Carifi tratto da “Amore d’autunno”
che viene a noi dal bene,
che afferra come la mano del destino
e piega le ginocchia
e l’uno all’altra ci abbandona.
Se resta un’ombra, amore,
non sarà l’ombra del peccato
ma quella che protegge dalla luce estrema,
che custodisce lo sguardo di chi ama.
A volte il tuo viso muta,
un fragile tremore bacia le tue labbra:
soltanto il bene si mostra così,
nella minuscola piega della pelle,
nel battito sottile dello sguardo.
Il male non ha rossori,
nulla lo lascia impallidire
e si nasconde.
In questa notte nuda di parole
come un angelo cancelli il mio dolore
nella grazia tremante del tuo sguardo.
Anche se questo esilio mi apparterrà per sempre
la tua dolcezza è un’anima,
un lampo acceso nel destino,
una carezza deposta nel mio cuore
più forte del vento solitario
che vi respira dentro.
Lo so che un’ombra ci separa,
che questa luce è fragile
come certi lucignoli che scuote
la brezza leggera d’autunno,
ma il tuo sorriso forse l’ha scritto Dio
nel mio destino.
Ora ti parlo, assente, come se fossi qui
nella luce che bacia questo foglio,
angelo che non avevi un nome,
che forse indovinavo in certe primavere,
che già sentivo in fondo al cuore
quando Dio mi accarezzava nella notte,
tu che non conoscevo, di cui sapevo l’esistenza
da quella mano misteriosa
che mi mostrò la gioia più grande
custodita nel dolore,
tu che mi doni in un fragile sorriso
la vertigine
che solamente danno la bellezza e il bene
lascia che ti chiami amore
semplicemenete, così, come colui che prega
chiama amore Dio
e lo ama di più perchè assente…
Roberto Carifi tratto da “Amore d’autunno”
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