Avrei voluto vivere con Voi
In una piccola città,
Dove i tramonti non finiscon mai
E così pure le campane.
E nel piccolo albergo di campagna —
I sottili rintocchi
D’una pendola antica — briciole di tempo.
E da qualche mansarda, qualche sera,
Un flauto,
E, alla finestra, il flautista stesso.
E grandi tulipani alle finestre.
E forse, senza che neanche mi amaste...
Nel centro della camera — una stufa
Di maiolica, enorme, un quadro per piastrella:
Una rosa — un cuore — un bastimento —
E all’unica finestra —
Neve, neve, neve.
Voi stareste disteso — come piacete a me:
Indolente, distaccato, insensibile.
Di tanto in tanto il brusco scrocchio
D’un fiammifero.
Brucia la sigaretta e poi si spenge,
E a lungo — a lungo pencola la cenere
Sulla sua punta, in grigia colonnetta.
Ma nemmeno di scuoterla vi va —
E tutta intera vola nella stufa.
Marina Cvetaeva
In una piccola città,
Dove i tramonti non finiscon mai
E così pure le campane.
E nel piccolo albergo di campagna —
I sottili rintocchi
D’una pendola antica — briciole di tempo.
E da qualche mansarda, qualche sera,
Un flauto,
E, alla finestra, il flautista stesso.
E grandi tulipani alle finestre.
E forse, senza che neanche mi amaste...
Nel centro della camera — una stufa
Di maiolica, enorme, un quadro per piastrella:
Una rosa — un cuore — un bastimento —
E all’unica finestra —
Neve, neve, neve.
Voi stareste disteso — come piacete a me:
Indolente, distaccato, insensibile.
Di tanto in tanto il brusco scrocchio
D’un fiammifero.
Brucia la sigaretta e poi si spenge,
E a lungo — a lungo pencola la cenere
Sulla sua punta, in grigia colonnetta.
Ma nemmeno di scuoterla vi va —
E tutta intera vola nella stufa.
Marina Cvetaeva
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