La
notte si accomoda dove sei tu. La tua notte è di lillà. Ogni tanto un
segno scappa dai raggi delle tue fossette, infrange la coppa di vino e
accende la luce delle stelle. La tua notte è la tua ombra, una terra
leggendaria per l'uguaglianza tra i nostri sogni. Io non sono il
viaggiatore né il residente della tua notte di lillà, sono colui che un
giorno fu me. Ogni volta che la notte si dissipa in te, intuisco il
vacillare del tuo cuore: non se ne soddisfa l'essere, né l'anima. E nei
nostri corpi un cielo abbraccia una terra. E sei tutta la tua notte… Una
notte che risplende come l'inchiostro dei pianeti. Una notte, a detta
della notte, che striscia nel mio corpo indolente come la sonnolenza
delle volpi. Una notte che trasuda un mistero luminoso sulla mia lingua.
E più si precisa, più temo il domani nel pugno della mano. Una notte
che scruta se stessa, sicura e rassicurata dalla propria infinitezza,
appena sfiorata dal suo specchio e dai canti degli antichi pastori per
l'estate di imperatori malati d'amore.
Mahmud Darwish (IL LETTO DELLA STRANIERA)
Mahmud Darwish (IL LETTO DELLA STRANIERA)
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