Ritaglio l’ombra mia dalla parete,
le do corda, calore e movimento,
due mani di colore e di tormento,
quanto basta di fame, e suono e sete.
In disparte, la vedo replicare
i gesti e le parole che mie sono,
figura duplicata e confusione
di verità vestita di menzogna.
Sulla vita degli altri si proietta
questo gioco a due dimensioni
in cui nulla si prova con ragioni
come arco teso privo di saetta.
Verrà un’altra vita che mi assolva
da questa mezza umanità che dura
in quest’ombra che lo spessor trascura,
nello spessor ch’è informe e non risolve.
Josè Saramago
le do corda, calore e movimento,
due mani di colore e di tormento,
quanto basta di fame, e suono e sete.
In disparte, la vedo replicare
i gesti e le parole che mie sono,
figura duplicata e confusione
di verità vestita di menzogna.
Sulla vita degli altri si proietta
questo gioco a due dimensioni
in cui nulla si prova con ragioni
come arco teso privo di saetta.
Verrà un’altra vita che mi assolva
da questa mezza umanità che dura
in quest’ombra che lo spessor trascura,
nello spessor ch’è informe e non risolve.
Josè Saramago
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