La vita comincia a scorrere
da una sorgente, come un fiume;
a volte il letto s’ingrossa,
e a volte rimane asciutto.
Dalla sorgente che sgorgò
per dare vita a te,
ahi, né una goccia restò per me:
la terra se la succhiò.
Se anche tu dici di no,
il mondo sa che così è,
che né una goccia restò
dalla sorgente che sgorgò
per dare vita a te.
Penso a quella fredda mattina che son venuto
da te,
là dove l’Avana vuol fuggire in cerca dei campi,
là nella tua chiara periferia.
Io con la mia bottiglia di rum
e il libro delle mie poesie in tedesco,
che alla fine t’ho regalato.
(Oppure te lo sei tenuto?)
Perdonami, ma quel giorno
mi sei sembrata una bambina sola,
o forse un passerotto bagnato.
Mi venne voglia di chiederti:
E il tuo nido? E i tuoi dove sono?
Ma non avrei potuto.
Dall’abisso della tua blusa,
come due coniglietti caduti in un pozzo di grida m’assordavano i tuoi seni.
Nicolás Guillén
da una sorgente, come un fiume;
a volte il letto s’ingrossa,
e a volte rimane asciutto.
Dalla sorgente che sgorgò
per dare vita a te,
ahi, né una goccia restò per me:
la terra se la succhiò.
Se anche tu dici di no,
il mondo sa che così è,
che né una goccia restò
dalla sorgente che sgorgò
per dare vita a te.
Penso a quella fredda mattina che son venuto
da te,
là dove l’Avana vuol fuggire in cerca dei campi,
là nella tua chiara periferia.
Io con la mia bottiglia di rum
e il libro delle mie poesie in tedesco,
che alla fine t’ho regalato.
(Oppure te lo sei tenuto?)
Perdonami, ma quel giorno
mi sei sembrata una bambina sola,
o forse un passerotto bagnato.
Mi venne voglia di chiederti:
E il tuo nido? E i tuoi dove sono?
Ma non avrei potuto.
Dall’abisso della tua blusa,
come due coniglietti caduti in un pozzo di grida m’assordavano i tuoi seni.
Nicolás Guillén
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