Mi
devo rassegnare all’idea nuda e cruda che, pur con tutto l’entusiasmo
possibile, pur con la convinzione che il carattere sia il destino,
niente è reale, passato o futuro, quando sei sola in camera tua, sola
con il ticchettio dell’orologio che rimbomba nello scintillio falsamente
allegro della luce elettrica.
E se non ha nè passato nè futuro, che a ben vedere costituiscono il presente, allora puoi benissimo sbarazzarti del guscio vuoto del presente e suicidarti.
Ma la fredda, razionale materia grigia che ho nel cranio e che ripete a pappagallo “penso, dunque sono” mi sussurra che ci sono sempre un’alternativa, un miglioramento, una nuova svolta.
Così aspetto.
A cosa serve un certo fascino?
A garantirsi una sicurezza temporanea?
A cosa serve il cervello?
Semplicemente a dire:
“Ho visto, ho compreso”?
Oh, si, mi odio perchè non sono scesa di sotto senza tante storie a cercare conforto in mezzo alle altre.
Mi odio perchè me ne sto qui seduta a lacerarmi per non so nemmeno io che cosa dentro di me.
Me ne sto qui, fascio di ricordi del passato e di sogni futuri racchiuso in un fascio di carne passabile.
Annientare il mondo annientando se stessi è l’apice illusorio di un egoismo disperato, la più comoda via d’uscita da ogni piccolo vicolo cieco sulle cui pareti di mattoni ci spezziamo le unghie.
Smettila di pensare egoisticamente a rasoi e autolesioni e a uscire e farla finita.
Non è la tua stanza la prigione.
Sei tu.
Nessuno ha il potere di curarti, tranne te stessa.
Sylvia Plath
E se non ha nè passato nè futuro, che a ben vedere costituiscono il presente, allora puoi benissimo sbarazzarti del guscio vuoto del presente e suicidarti.
Ma la fredda, razionale materia grigia che ho nel cranio e che ripete a pappagallo “penso, dunque sono” mi sussurra che ci sono sempre un’alternativa, un miglioramento, una nuova svolta.
Così aspetto.
A cosa serve un certo fascino?
A garantirsi una sicurezza temporanea?
A cosa serve il cervello?
Semplicemente a dire:
“Ho visto, ho compreso”?
Oh, si, mi odio perchè non sono scesa di sotto senza tante storie a cercare conforto in mezzo alle altre.
Mi odio perchè me ne sto qui seduta a lacerarmi per non so nemmeno io che cosa dentro di me.
Me ne sto qui, fascio di ricordi del passato e di sogni futuri racchiuso in un fascio di carne passabile.
Annientare il mondo annientando se stessi è l’apice illusorio di un egoismo disperato, la più comoda via d’uscita da ogni piccolo vicolo cieco sulle cui pareti di mattoni ci spezziamo le unghie.
Smettila di pensare egoisticamente a rasoi e autolesioni e a uscire e farla finita.
Non è la tua stanza la prigione.
Sei tu.
Nessuno ha il potere di curarti, tranne te stessa.
Sylvia Plath
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