Tutta l’oscurità di notti senza luna
nell’anima è addensata in un fior di lamento.
Nel calice d’acciaio essenze dei Mai Più,
e i petali si tingono d’un’elusa realtà.
La bocca salda e rosa non sentirà il contatto
delle mie labbra stanche di dare baci al vento.
Né le mani assetate nel mio atto dorato
vi lasceran violette recise nella carne.
Sul roveto fiorito restò la mia agonia
scorticata e ferita di Chopin e di piano,
cominciata in un ritmo sessuale e sereno.
E lontano la dea della Malinconia
taglia il mio fiore amaro con la sua calda mano,
imbiancandomi il capo con rose di memoria.
nell’anima è addensata in un fior di lamento.
Nel calice d’acciaio essenze dei Mai Più,
e i petali si tingono d’un’elusa realtà.
La bocca salda e rosa non sentirà il contatto
delle mie labbra stanche di dare baci al vento.
Né le mani assetate nel mio atto dorato
vi lasceran violette recise nella carne.
Sul roveto fiorito restò la mia agonia
scorticata e ferita di Chopin e di piano,
cominciata in un ritmo sessuale e sereno.
E lontano la dea della Malinconia
taglia il mio fiore amaro con la sua calda mano,
imbiancandomi il capo con rose di memoria.
Federico Garcìa Lorca
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