Ah quell'assordante domanda Ah quella caduta
quel tuo voler farti aria e terra e pelle e sangue
come la luce, come il miele, come una lupa nera
Che più posso offrirti se non il mio proprio centro?
E da lì giurare per la mia vita di staccarmi
da me stesso fino ad ottenere che tu sia l'anima
che emana dalla mia carne come una bestia invisibile.
Chi conosce il gusto arancione della tua ombra?
Chi come te delle giraffe ascolta il canto muto?
Chi vede in te quella luce che viene da altri mondi?
Perchè copri col tuo alito la mia solitudine di bambino
Perchè la mia porta chiusa l'apri con un gesto
prigioniero io sorgo col tuo viso tatuato sul mio viso
senza che l'abisso dove sboccano i sogni
ci separi oh tu bella come un incesto consentito
come il collo che si offre al taglio come spillo
di strega che trafigge un cuore di cera
Vieni da altri mondi dove fosti ragno
e angelo con ali di pietra e vortice di fango
per questo la voce con cui mi chiami non somiglia all'alba
nè alla notte ma bensì al suono dell'imene che si lacera
da dentro quando da alla luce una Vergine imprendibile
Nessuno venne prima ad abitare nei miei orecchi come fame
che si nutre delle mie parole fino a farmi restare muto
Ogni freccia che lanciavi si conficcava sempre nel mio petto
La certezza con cui seminavi il tuo amore nei miei ricordi
fece della ferita che mi divide il corpo il tuo scheletro
Falò che non si spegne Morte dell'oblio per sempre
Ancor prima di nascere io sapevo che saresti venuta Come quindi
invocare la sofferenza se i muri erano soppressi?
Negli alberi si incarna ogni anno un morto differente
il precedente trasformato in frutti così come io in ombre
incollate ai tuoi passi perchè il tuo profumo non manchi all'aria
perchè si apra il mondo che possiamo creare insieme
in quattro petali eterni perchè quando tutti dicono
che più non ti ricordo tu non lo creda.
Alejandro Jodorowsky
quel tuo voler farti aria e terra e pelle e sangue
come la luce, come il miele, come una lupa nera
Che più posso offrirti se non il mio proprio centro?
E da lì giurare per la mia vita di staccarmi
da me stesso fino ad ottenere che tu sia l'anima
che emana dalla mia carne come una bestia invisibile.
Chi conosce il gusto arancione della tua ombra?
Chi come te delle giraffe ascolta il canto muto?
Chi vede in te quella luce che viene da altri mondi?
Perchè copri col tuo alito la mia solitudine di bambino
Perchè la mia porta chiusa l'apri con un gesto
prigioniero io sorgo col tuo viso tatuato sul mio viso
senza che l'abisso dove sboccano i sogni
ci separi oh tu bella come un incesto consentito
come il collo che si offre al taglio come spillo
di strega che trafigge un cuore di cera
Vieni da altri mondi dove fosti ragno
e angelo con ali di pietra e vortice di fango
per questo la voce con cui mi chiami non somiglia all'alba
nè alla notte ma bensì al suono dell'imene che si lacera
da dentro quando da alla luce una Vergine imprendibile
Nessuno venne prima ad abitare nei miei orecchi come fame
che si nutre delle mie parole fino a farmi restare muto
Ogni freccia che lanciavi si conficcava sempre nel mio petto
La certezza con cui seminavi il tuo amore nei miei ricordi
fece della ferita che mi divide il corpo il tuo scheletro
Falò che non si spegne Morte dell'oblio per sempre
Ancor prima di nascere io sapevo che saresti venuta Come quindi
invocare la sofferenza se i muri erano soppressi?
Negli alberi si incarna ogni anno un morto differente
il precedente trasformato in frutti così come io in ombre
incollate ai tuoi passi perchè il tuo profumo non manchi all'aria
perchè si apra il mondo che possiamo creare insieme
in quattro petali eterni perchè quando tutti dicono
che più non ti ricordo tu non lo creda.
Alejandro Jodorowsky
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