Tu sei la terra che non finisce mai
e gira e torna sempre alle stagioni,
tu sei la fine della paura
che il sole non risorga
e la vita d'una colpa si spenga.
Vince il tuo canto il sapore
d'un corpo solo e prigioniero,
il timore del ritorno
alla solitudine delle stelle.
Tu sei lo spavento della bellezza
quando mi chiami e non parli,
il desiderio della fine
quando mi stringi,
il tempo che si rompe nel sospetto
d'un altro tempo tuo senza di me
quell'era arcaica ch'io non vedrò mai.
Io sono il fumo della vita
che bruciò quel tempo favoloso
e vago in te come esploratore
timoroso che l'altro, dagli antipodi,
lo preceda allo zero del polo
per piantare il vessillo del suo re.
Roberto Pazzi
e gira e torna sempre alle stagioni,
tu sei la fine della paura
che il sole non risorga
e la vita d'una colpa si spenga.
Vince il tuo canto il sapore
d'un corpo solo e prigioniero,
il timore del ritorno
alla solitudine delle stelle.
Tu sei lo spavento della bellezza
quando mi chiami e non parli,
il desiderio della fine
quando mi stringi,
il tempo che si rompe nel sospetto
d'un altro tempo tuo senza di me
quell'era arcaica ch'io non vedrò mai.
Io sono il fumo della vita
che bruciò quel tempo favoloso
e vago in te come esploratore
timoroso che l'altro, dagli antipodi,
lo preceda allo zero del polo
per piantare il vessillo del suo re.
Roberto Pazzi
2 commenti:
Ciao Linda. Sai, dall'incipit, pensavo che tu avessi inserito una poesia di Pavese. Ma nel dispiegarsi riconosco la voce di Roberto. Mi sai dire se è nel suo libro Talismani?
Mi dispiace Carla...non te lo so dire.
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