…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

mercoledì 28 marzo 2012

Le mani negative

"Chiamiamo mani negative le pitture di mani trovate nelle grotte magdaleniane dell’Europa Sud-Atlantica. L’impronta di queste mani - completamente aperte sulla pietra - era impregnata di colore. Di blu e di nero più di frequente. A volte di rosso. Nessuna spiegazione è stata trovata per questa pratica.

Davanti all’oceano, sotto la scogliera, sulla parete di granito: queste mani aperte, blu e nere. Del blu dell’acqua, del nero della notte. L’uomo è venuto solo nella grotta, davanti all’oceano. Tutte le mani hanno la stessa grandezza. Era solo. L’uomo, solo nella notte, ha guardato nel rumore, nel rumore del mare, l’immensità delle cose. E ha gridato. Tu, che hai un nome, tu che hai un’identità: Io ti amo. Queste mani, del blu dell’acqua, del nero del cielo, impresse, aperte, squartate, sul granito grigio affinché qualcuno le veda. Sono quello che chiama, sono quello che chiamava, che gridava trentamila anni fa. Ti amo. Grido che voglio amarti. Ti amo. Amerei chiunque senta che grido. Sulla terra vuota, resteranno queste mani. Sulla parete di granito, di fronte al fragore dell’oceano. Insostenibile. Nessuno sentirà più, né vedrà. Trentamila anni, quelle mani, nere. La luce rifranta sul mare fa vibrare la parete di pietra. Sono qualcuno, sono quello che chiamava, che gridava in questa luce bianca. Il desiderio. La parola non è stata ancora inventata. Lui ha guardato l’immensità delle cose nel fragore delle onde, l’immensità della sua forza, poi ha gridato. Su di lui le foreste d’Europa, sconfinate. Lui si tiene al centro della pietra, dei canaloni, delle vie di pietra, ovunque. Tu, che hai un nome, tu che hai un’identità... ti amo di un amore indefinito. Bisognava discendere la scogliera, vincere la paura. Il vento soffia dal continente, respinge l’oceano. Le onde lottano contro il vento: avanzano rallentate dalla sua forza e pazientemente toccano la parete. Tutto si schianta. Ti amo oltre te. Amerei chiunque mi sente gridare che ti amo. Trentamila anni. Chiamo quella che mi risponderà. Voglio amarti. Ti amo. Da trentamila anni grido davanti al mare. Lo spettro bianco. Sono colui che gridava di amarti. Di amare te".
Marguerite Duras, Les mains négatives, 1978, trad. it. di Roberta De Francesco

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