La realtà è quella che mi invento. È quella in cui ho detto di credere. Poi guardo l’inferno dove sto a crogiolarmi, i nervi paralizzati, incapace d’agire - paura, invidia, odio: tutte le emozioni che corrodono le mie fragili budella. Tempo, esperienza: un’ondata gigantesca che s’abbatte su di me con la forza di una marea che mi affoga, mi affoga.
Come riuscirò mai a trovare la stabilità, il legame tra passato e futuro, il contatto con gli altri esseri umani che tanto desidero? Potrò mai accettare in tutta onestà una soluzione imposta artificialmente? Come faccio a dare un senso, come faccio a razionalizzare quello che resta della mia vita?
Sylvia Plath
Come riuscirò mai a trovare la stabilità, il legame tra passato e futuro, il contatto con gli altri esseri umani che tanto desidero? Potrò mai accettare in tutta onestà una soluzione imposta artificialmente? Come faccio a dare un senso, come faccio a razionalizzare quello che resta della mia vita?
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