giorni dell'infanzia. Perdiamoci inermi
nelle intense vertigini della pelle ancora acerba.
Confusi, non trovando parole
per tanto stupore, daremo alle cose nuovi nomi
in una lingua segreta: come allora.
Perdiamoci nel grande incubo
della notte. Nei neri corridoi
dell'orrore proseguiamo fino a che non ci colga
-piegati sulle ginocchia- il fedele svenimento.
Vieni. Guardiamo in ogni serratura
che si apra a qualcosa di proibito,
con rito solenne uccidiamo le farfalle di vetro,
imbrattiamo la seta, strappiamo il tulle
che vela le magnolie,
e la disobbedienza sia nostro privilegio.
Ana Rossetti
(Trad. natàlia castaldi, 2009)
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