Specchi dove non mi stanco
di guardarmi sono
le stazioni di provincia,
i vagoni di seconda classe,
i vecchi che trascinano sporte a rotelle,
i depositi di biciclette incatenate a pali,
la gente che aspetta in coda un autobus
e intanto scruta lontano
e non vede nessuno arrivare.
Ma a volte mi sorprendo a guardarmi
in specchi diversi e più antichi
quando rileggo un verso
che mi folgorava trent'anni fa,
"Felicità raggiunta si cammina
per te sul fil di lama"…
Ecco, a cinquantasette anni
la vecchia voglia d'incanto mi riprende
di chiamare e dirteli quei versi
che mi fanno ancora tremare,
ma sarebbe lo stesso errore
anche con te,
non aver ancora imparato
che fugge la gioia dal tuo nome
e non si cattura la tua ombra.
di guardarmi sono
le stazioni di provincia,
i vagoni di seconda classe,
i vecchi che trascinano sporte a rotelle,
i depositi di biciclette incatenate a pali,
la gente che aspetta in coda un autobus
e intanto scruta lontano
e non vede nessuno arrivare.
Ma a volte mi sorprendo a guardarmi
in specchi diversi e più antichi
quando rileggo un verso
che mi folgorava trent'anni fa,
"Felicità raggiunta si cammina
per te sul fil di lama"…
Ecco, a cinquantasette anni
la vecchia voglia d'incanto mi riprende
di chiamare e dirteli quei versi
che mi fanno ancora tremare,
ma sarebbe lo stesso errore
anche con te,
non aver ancora imparato
che fugge la gioia dal tuo nome
e non si cattura la tua ombra.
Roberto Pazzi
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