Gli uomini vanno per mare perché sono come il mare, tempesta e passione, onda incerta, dubbiosa: incerta pure la meta, e mai l’ultima. Gli uomini sono quella rabbia senza fine di coprire tutto, di insinuarsi ovunque, come il mare, al falso, dolce carezzar di spuma, quando il vento del cuore, a tratti, si placa; e del mare hanno l’inconsistenza, il lungo canto illusorio e la violenza di tamburo battuto, fino al sacrificio.
E non hanno colore, come il mare. Perché il mare altro non è che il riflesso del cielo, è un cielo capovolto…
E non hanno colore, come il mare. Perché il mare altro non è che il riflesso del cielo, è un cielo capovolto…
Roberto Vecchioni, Viaggi del tempo immobile
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