…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

mercoledì 11 gennaio 2012

Assenza

...Il mio totale oblio e il mio assoluto disconoscimento di oggi non sono altro che la tua presenza assoluta e il mio assorbimento totale di ieri.
Quanto eri - tanto oggi non sei più.
L'assoluta presenza a rovescio.
L'assoluto non può essere che assoluto. Una tale presenza può divenire soltanto una tale assenza.
Tutto - ieri, nulla - oggi.
Il mio totale oblio e il mio assoluto disconoscimento non sono che l'eco (rafforzata!) del vostro oblio e del vostro disconoscimento - che voi mi riconosciate per la strada o meno, che voi chiediate o meno mie notizie.
Se voi non mi dimenticate come io vi dimentico è perché non mi avete mai subìta come io vi subivo.
Se non mi dimenticate assolutamente, è perché non c'è nulla di assoluto in voi, neppure l'indifferenza.
Io ho finito col non riconoscervi, voi non avete mai cominciato a conoscermi.
Se io ho finito col dimenticarvi, voi non avete neanche avuto abbastanza di me, dentro di voi, per dimenticarmi.
Che cosa significa dimenticare un essere? Significa dimenticare quanto se ne è sofferto.
Affinché io, che ieri non conoscevo altro che voi, possa oggi non riconoscervi, è stato necessario che ieri non conoscessi altro che voi.
Il mio dimenticarvi è un titolo di nobiltà in più. Un certificato del vostro valore di un tempo.
Vendetta postuma? No. In ogni caso - non mia.
Qualcosa (una grande cosa!) si vendica per me e attraverso me. Volete il suo nome che io ancora non conosco?
L'amore? No.
L'amicizia? Neanche - ma siamo molto vicini: l'anima.
L'anima ferita in me e in tutte le altre anime. Ferita da voi e da tutti gli altri, eternamente ferita, che eternamente rinasce ed è, alla fine, invulnerabile.
L'incurabile - invulnerabile...
Marina Cvetaeva, Le notti fiorentine

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