Un sorriso è caduto nell’erba.
Irrecuperabile!
E come si perderanno le tue
danze notturne. Nella matematica?
Questi salti e spirali così puri –
Di sicuro percorrono
il mondo per sempre, io non resterò del tutto
svuotata di bellezze, il dono
del tuo piccolo respiro, il profumo
d’erba bagnata dei tuoi sonni, gigli, gigli.
La loro carne non ha somiglianza alcuna.
Fredde pieghe dell’io, la calla,
e il giglio tigrato, che si fa bello –
macchie, e un ventaglio di petali ardenti.
Le comete
hanno da attraversare tanto spazio,
tanto freddo, oblio.
Così i tuoi gesti si sfioccano –
caldi e umani, poi la loro luce rosa
che gocciola e si sfalda
dalle nere amnesie del cielo.
Perché mi sono date
queste lampade, questi pianeti
che cadono come benedizioni, come fiocchi
esagonali, bianchi
sui miei occhi, sulle labbra, sui capelli
e toccano e si dissolvono.
Nel nulla.
Sylvia Plath
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