Cerco un uomo che adori le stagioni,
che non tema l’inverno, e neppure
il primo vero. Che sappia vedermi,
come oggi, in questa luce che non so
afferrare, che mi tiene in una palla
di vetro, bagna d’ambra e scompiglia
i riflessi dei capelli sulle ciglia.
Ho trovato qualcuno che si sveglia
a mezzanotte per scalare una montagna,
senza freddo e senza esitazioni.
Oggi sa di che colore ho la pelle
anche se non è con me. Sa il giallo
del larice e il rosso dell’acero.
La ruggine del faggio e il verde cupo
degli abeti. Sa la vita e le sue vere
esigenze: quale pasta mi piace
mangiare la sera e mi dà forza,
e come sfilo la camicia la notte
per far finta di andare a dormire.
Paola Loreto
(La memoria del corpo)
che non tema l’inverno, e neppure
il primo vero. Che sappia vedermi,
come oggi, in questa luce che non so
afferrare, che mi tiene in una palla
di vetro, bagna d’ambra e scompiglia
i riflessi dei capelli sulle ciglia.
Ho trovato qualcuno che si sveglia
a mezzanotte per scalare una montagna,
senza freddo e senza esitazioni.
Oggi sa di che colore ho la pelle
anche se non è con me. Sa il giallo
del larice e il rosso dell’acero.
La ruggine del faggio e il verde cupo
degli abeti. Sa la vita e le sue vere
esigenze: quale pasta mi piace
mangiare la sera e mi dà forza,
e come sfilo la camicia la notte
per far finta di andare a dormire.
Paola Loreto
(La memoria del corpo)
Nessun commento:
Posta un commento