Malinconia Leggera
...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...
lunedì 18 dicembre 2023
Cristallo
domenica 26 novembre 2023
Amarti e non poter fare altro che amarti…
Amarti e non poter fare altro che amarti, inconvenienza
di cui soffrì una volta e poi non più, per
poi ricadere. Soffrendoti invitavi: parlare
più chiaro, lacerare l’aria di piccoli gridi
ottusi, poi disinfettare l’aria stessa, e
chiamarla amore anch’essa, che tanto ti divideva
dalle mie braccia fuse d’invidia, dai miei
tantrums segreti, dalla tua faccia proclive
che non biasimava se non quasi, il mio affaccendare
gli orologi della mente intorno al tuo corpo.
[…]
Un’esile vocina: basta aprire appena il battente
della finestruola, che cangia il mondo e
le sue apparenze sono tutt’uno con le tue
emicranie. Basta appena aprire, aprire,
il tuo sonno si misura con il cielo, di cui
resta tragica immagine.
Apri un muro: ne appare un altro, a tastarti
il polso. Radendo il muro non puoi, non vuoi
salvarti quelle poche ore dello spirito, forzare
quelle sue cellule misteriose. E rimane il
sentirsi pino accasciato tra le pinete nuove
dritto fino a marcia pietà.
Amelia Rosselli
Silenzio
Silenzio! Io pianto la spina nel tuo cuore
poiché la rosa, la rosa
sta con le ombre nello specchio, e sanguina!
Essa già sanguinava, allorché mischiammo il sì e il no
e lo bevemmo a sorsi,
perché un bicchiere, sbalzato dal tavolo, tintinnò:
s’annunciò con scampanio una notte, tenebrante più a lungo che noi.
Bevemmo con avide bocche:
sapeva di fiele,
eppur spumava come il vino –
Io tenni dietro al raggio dei tuoi occhi,
e la lingua ci balbettò dolcezza…
(È così che balbetta, ancora sempre.)
Silenzio! La spina ti penetra più a fondo nel cuore:
essa fa lega con la rosa.
Paul Celan
I sensi
hai un nome diverso
ogni volta mi confondi
e mi fai credere d’essere
una nuova presenza,
un’altra cautela con cui
ti nascondi per salvare i miei sensi
lenti a riconoscerti
rapidi ad amarti.
Subito mi dico
che è per sempre per sempre,
poi mi gioco l’eternità
di quei pochi minuti dei miei sensi
e capisco che sei ancora tu
ed io sono di nuovo io.
Una di queste notti
mi ucciderà non capire
subito chi sei,
la mia lentezza s’aggrava
è senza speranza.
martedì 8 febbraio 2022
Il silenzio è il più perfetto...
Il silenzio è il più perfetto
messaggero della gioia;
E la mia gioia sarebbe poca cosa
se potessi descriverla a parole.
O, Signora, lei è mia,
e io, certo, sono suo.
Tutto me stesso le dono,
e dallo scambio esco avvantaggiato.
William Shakespeare (da Molto rumore per nulla, atto II, scena I)
In una storia d’amore
conta chi ama, non chi è amato.
In una storia d’amore
almeno uno dei due
deve essere un illuso,
un incantato.
Franco Arminio
Fernando e Ophélia
che da vecchio definí ridicole.
Ma noi se siamo qualcosa
è quando scriviamo lunghissime lettere d’amore,
se non siamo in quelle lettere
non siamo in nessun posto,
in nessun libro, in nessun gesto.
Solo le lettere d’amore
ci procurano un cenno di vita,
solo quando aspettiamo una risposta
siamo veramente svegli.
Pessoa come tanti poeti
ha provato a imbrigliare la vita nella scrittura.
Il segreto non è corteggiare l’infinito
con le parole, ma essere corteggiati
dall’infinito, scoprire che ha bisogno di noi
e non sappiamo perché.
L’infinito arriva nelle lettere d’amore,
non conosce altri luoghi per spostarsi.
Franco Arminio
martedì 1 febbraio 2022
La bocca
stambugio della televisione
durerà dieci
minuti buoni seduta
a guardarmi da dietro mentre guardo
borbotto fra me e me tossisco
per colpa del sigaro impreco rido insomma sono
come normalmente
sono
È dunque così che sono quando sono
solo? – commenta poi tra mesta
delusa e divertita – Questa
lei assente la mia vita?
Ma soprattutto chi mai
sono io – accusa –
io realmente?
E non lo sa la mia santa bocca che l’ultimo
a saperlo è proprio colui
che appunto mentre lei parla la guarda
muoversi
e quindi prima di baciarla la tocca
col dito.
Giorgio Bassani
Forse non affioro
Forse non affioro in questo suono, ciò che sono
vuole entrare nel paesaggio, l’occhio
trasuda desiderio – come è sola la vista.
Dal tempo dove tutto muore sale l’immagine
una misericordia. La colpa
è rimanere in me senza volere
appesa a una corda vocale a rapire un’orma
vederla passare nell’attimo, chiamarla
fare senza.
Silvia Bre
Ero tutto brandelli variopinti
bianco, rosso, con una brutta maschera.
Ridevo e mi torcevo sui crocicchi,
e raccontavo favole scherzose.
Sgomitolavo prolisse leggende
in modo lento, slegato e sonoro
su vecchi e su contrade senza nome,
su una ragazza dagli occhi di bimba.
Qualcuno ridacchiava scioccamente,
a lungo, ma qualcuno si affliggeva.
E quando all’improvviso mi smarrivo,
dalla folla si alzava il grido: « Basta! »
Aprile 1903 - Aleksandr Blok
mercoledì 22 dicembre 2021
La cosa è molto semplice
martedì 14 dicembre 2021
Sii dolce con me. Sii gentile
È breve il tempo che resta. Dopo
saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo
dell’umano. Come ora ne
abbiamo dell’infinità.
Ma non avremo le mani. Non potremo
fare carezze con le mani.
E nemmeno guance da sfiorare
leggere.
Una nostalgia d’imperfetto
ci gonfierà i fotoni lucenti.
Sii dolce con me.
Maneggiami con cura.
Abbi la cautela dei cristalli
con me e anche con te.
Quello che siamo
è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei
e affettivo e fragile tiepido. La vita ha bisogno
di un corpo per essere e tu sii dolce
con ogni corpo. Tocca leggermente
leggermente poggia il tuo piede
e abbi cura
di ogni meccanismo di volo
di ogni guizzo e volteggio
e maturazione e radice
e scorrere d’acqua e scatto
e becchettio e schiudersi o
svanire di foglie
fino al fenomeno della fioritura,
fino al pezzo di carne sulla tavola
che è corpo mangiabile
per il tuo mio ardore d’essere qui.
Ringraziamo. Ogni tanto.
Sia placido questo nostro esserci –
questo essere corpi scelti
per l’incastro dei compagni
d’amore.
Mariangela Gualtieri
Io sempre m’avvinghio al pensiero
Io sempre m’avvinghio al pensiero
che più si tormenta, che parte levriero
a una gara, e appena si quieta
mi prende la pena: fa piangere a noi
fare a meno del luogo e del tempo
a noi che del tempo eseguiamo
le parti modeste, le ore che allevano
il mondo nel cielo
lasciandovi spazi più nuovi a ogni gesto.
Che ferma è la vita, che uguale
nei rivoli sparsi riposa il suo regno per sempre
ancora lo imparo, m’insegno.
Silvia Bre
Lettera
Viene la sera, è vero, silenziosa
piove una luce d’ombra e come
fossero i nostri sensi inevitabili
improvvisi, noi lamentiamo
una più vasta scienza.
Aver di quella il frutto
appariscente, la bella brama,
e l’ombra perfino, di sussurri
e di giochi, come bimbi.
Ma io lo so Serena io non posso,
in questi tempi segnati dal segreto
di cui s’invade
la nostra intimità,
vivere adesso se non con tale affanno
e così lieve.
Di questo amaro stento già si fa più vero
un sentimento pago di letizia, al modo
che alla sera insieme
andando per le strade
chiare, l’ho visto, d’ombra
e di segreto,
noi siamo tra i perduti lumi
esseri più miti di chi
venuto prima di noi
ebbe solo a soffrire
salvi quasi per caso, e in questo prodighi.
I baci sono bellissimi doni.
Adesso io ho una nuova casa, bella
anche adesso che non v’ho messo mano
ancora. Tutta grigia e malandata,
con tutte le finestre rotte, i vetri
infranti, il legno fradicio. Ma bella
per il sole che prende ed il terrazzo
ch’è ancora tutto ingombro di ferraglia,
e perché da qui si può vedere quasi
tutta la città. E la sera al tramonto
sembra una battaglia lontana la città.
Io amo la mia casa perché è bella
e silenziosa e forte. Sembra d’aver
qui nella casa un’altra casa, d’ombra,
e nella vita un’altra vita, eterna.
Beppe Salvia
domenica 12 dicembre 2021
L'indifferenza
A sipario abbassato
ti guardavo le palpebre dormire,
le ciglia in lieve tremito.
Talvolta
è a sipario abbassato che si snoda
con inauditi attori e luminarie
– la meraviglia.
Maria Luisa Spaziani
venerdì 10 dicembre 2021
Eravamo così felici e non lo sapevamo
eravamo così felici amore mio,
con il calore delle nostre mani unite
attraversando tutte le strade
e ridendo degli ostacoli di pietra o grandine
che volevano fermare quella nostra corsa irresponsabile di felicità.
Eravamo così felici
e non ci accorgevamo della dimensione della vita.
Dell’invisibile minaccia, dell’ombra lunga
della paura,
noi non sapevamo nulla, insolenti.
Amandoci con previsioni di futuro.
Ora non arrivo a pensare oltre il domani quando aspetto
la prova della tua vita per bocca d’altri.
Carmen Yanez
La mia mano sulla tua mano (VIII)
La mia mano sulla tua mano
entrambe
nel cavo di
un albero
un cielo a caccia di un altro
cielo
entrambi
divorano atomi
e
vanno sulla luna.
Verde è il colore dello
spazio.
Due labbra assaggiano funghi
e il Colorado River
ossessiona
il villaggio…
dal persistente Mediterraneo
al persistente
Pacifico
tagliamo strade con i nostri piedi
dividiamo bagaglio e
cibo
correndo sempre un secondo
avanti allo scorrere del
Tempo
stiamo viaggiando a
velocità infinita
non abbiamo paura.
Etel Adnan
Rovine in fiore
Viviamo fra rovine, circondati
da rovine in fiore,
da fiori in rovina.
Viviamo da sempre
alla fine dei tempi
e nel primo giorno della Creazione.
Camminiamo senza rotta
sulla sabbia di ciò che sentiamo.
E le onde, le ore
e la velocità alla quale dimentichiamo
cancellano le nostre orme.
Siamo ombre che crescono man mano
che cade la sera.
Prima che faccia notte,
abbracciami, amore mio, fammi memoria,
fatti memoria in me.
Juan Vicente Piqueras
mercoledì 8 dicembre 2021
L'amore mi ha fatto poeta
L’amore mi ha fatto poeta…
L’amore che con una velenosa freccia
d’oro nella prima gioventù mi ha trafitto
il cuore aprendo una inguaribile ferita,
in cui cresce un cristallo nero dagli orli
aguzzi. Un cristallo, bello e doloroso,
che brilla al bivio dell’anima e del corpo.
E mi indica la strada, per la quale ritorno
di continuo là, da dove veramente non sono
mai partito. Nella città natìa e nel tempo
dell’infanzia. Nella preistoria dei miei amori…
L’amore mi ha reso poeta…
L’amore che mi ha dato la forza di non dormire
una notte dopo l’altra, bensì di scrivere nel
diario dell’insonnia migliaia di poesie tristi sulla
vita e, spero, almeno una poesia allegra
sulla morte.
Josip Osti
Questa sei tu
per Raffaella Marzano
Rendi possibile
ciò che non può esattamente essere,
capisci ciò che non può
precisamente essere capito,
posi il piede
dove c’è un’impronta
risonante nella terra
a cui esso appartiene,
aspetti prima di mangiare
di vedere se
gli altri hanno bisogno di altro
ti preoccupi di portare alla luce le cose
solo per tradurle in speranza.
Quando penso all’Italia
una specie di pianto
sale ai miei occhi,
non perché sono triste
ma perché sto cantando.
Questa sei tu.
Jack Hirschman