…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

venerdì 29 novembre 2013

Paragonarti

Con la natura, quella robetta da poco
non voglio paragonarti,
ma piuttosto col declino dell’Impero Romano
un lusso grandioso come fare il bagno tutto il giorno
come vomitare in un secchio d’oro
dopo aver mangiato troppe ostriche
e come scaldare la casa bruciando banconote
e andarsi ad ammarare con una Porsche rossa
su una strada costiera con le palme.
Tu sei come vedere tutte le più belle
attrici di questo secolo
in un solo lungo film, ma nella realtà,
e poi tornarsene a casa da solo
alla stufetta a gas e a una cena in scatola.
E’ un grande lusso lasciarti e andarmene da solo
un’abbondanza di materie preziose
una carovana di seta che va per la sua strada
e tutta l’esotica pellicceria
che c’è per gli eschimesi.
Mi piacerebbe toglierti ogni tipo
di vestiti, tutte le mutevoli mode
dalla gonna di rafia al manto da mandarino
per non dimenticare l’armatura di Jeanne d’Arc
facendo di te il personaggio più nudo della storia.
Ma peraltro devo astenermi
dal confonderti con la storia
che, lo so, ti annoia
e in confronto a te è anche una robetta da poco.

Henrik Nordbrandt

Germogli di desiderio

Nel molle giro di un sorriso
ci sentiamo legare da un turbine
di germogli di desiderio
Ci vendemmia il sole
Chiudiamo gli occhi
per vedere nuotare in un lago
infinite promesse
Ci rinveniamo a marcare la terra
con questo corpo
che ora troppo ci pesa

Giuseppe Ungaretti

Non so che nome darle nei miei sogni

Davanti a quella forma trovai la mia forma
nel tempo del crepuscolo,
quando le sparizioni
confondono negli occhi ogni colore,
quando l’ultimo amore
ricerca il corpo estremo.
La vita allora dispose una lampada
Su muri colore del sangue,
ed eri tu quella lampada, tu,
mie labbra e mio sorriso,
forma che le mie mani sempre incontrano
in tutte le cose che toccano.
E se i miei occhi si chiudono è solo
Per incontrarti nei miei sogni nuovamente,
di là dalla mia mente,
di là da questo mondo imprigionato,
in quel paese perduto che un giorno
senza nemmeno saperlo abbandonammo.
Luis Cernuda

mercoledì 27 novembre 2013

La donna in rosso

Dominerò le notti,
ballerò in città,
metterò qualcosa di rosso
per risplendere di fuoco.
Guarderò il fiume attentamente,
indossando le sue lunghe gambe al neon.
E le macchine andranno,
la donna in rosso cesserà di urlare,
tramutando ogni cosa in cerchi,
ballando sola
come le macchine vanno.

Anne Sexton

Le nove porte dell'amore

Questa poesia è per te sola Madeleine
E’ una delle prime poesie del nostro desiderio
E’ la nostra prima poesia segreta oh te che amo
Il giorno è dolce e la guerra è così dolce se si dovesse morirne

Tu ignori mia vergine il tuo corpo ha nove porte
Ne conosco sette e due mi son nascoste
Ne ho aperte quattro vi sono entrato spero di non uscirne più
Perché io sono entrato in te attraverso i tuoi occhi stellati
E attraverso le tue orecchie con le Parole che comando e sono
La mia scorta
Occhio destro del mio amore prima porta del mio amore
Aveva abbassato la saracinesca della sua palpebra
Le tue ciglia erano allineate davanti come i soldati neri dipinti
Su un vaso greco pupilla saracinesca carica
Di dolcezza
Che nascondeva il tuo limpido sguardo
E pesante
Simile al nostro amore
Occhio sinistro del mio amore seconda porta del mio amore
Simile alla sua amica e casta e carica d’amore come lei
Oh porta che conduci al tuo cuore la mia immagine e il mio
Sorriso che brilla
Come una stella simile ai tuoi occhi che adoro
Doppia porta del tuo sguardo t’adoro
Orecchio  destro del mio amore terza porta
Prendendoti arrivai ad aprire interamente le due prime porte
Orecchio porta della mia voce che ti ha persuaso
Amo te che donasti un senso all’Immagine grazie all’Idea
E anche te orecchio sinistro te che delle porte del mio amore
Sei la quarta
Oh voi orecchie del mio amore siate benedette
Porte che vi apriste alla mia voce
Co,me le rose s’aprono alle carezze della primavera
Grazie a voi la mia voce e il mio ordine
Penetrano nel corpo intero di Madeleine
Vi entro uomo tutt’intero e anche poesia tutt’intera
Poesia del suo desiderio che fa sì che anche io m’ami
Narice sinistra del mio amore quinta porta del mio amore e dei
Nostri desideri
Entrerò per di là nel corpo del mio amore
Entrerò sottile con il mio profumo di uomo
Il profumo del mio desiderio
L’acre profumo virile che inebrierà Madeleine
Narice destra sesta porta del mio amore e della nostra voluttà
Tu che sentirai come la tua vicina il profumo del mio piacere
E il nostro profumo misto più forte e più squisito di una
Primavera in fiore
Doppia porta delle narici adoro te che prometti tanti sottili piaceri
Attinti dall’arte dei fumi e dei profumi
Bocca di Madeleine settima porta del mio amore
Vi ho visto oh porta rossa abisso del mio desiderio
E i soldati che stanno lì morti d’amore m’hanno gridato
Che si attendono
Oh porta rossa e tenera
Oh Madeleine ci sono due porte ancora
Che non conosco
Due porte del tuo corpo
Misteriose
Ottava porta  della grande bellezza del mio amore
Oh mia ignoranza simile a soldati ciechi tra i cavalli di frisia
Sotto la luna liquida delle Fiandre in agonia
O piuttosto come un esploratore che muore di fame e di sete
e d’amore in una foresta vergine
Più tetra dell’Erebo
Più sacra di quella di Dodona
E che lascia immaginare una fonte più fresca di Castalia
Ma il mio amore vi troverebbe un tempio
E dopo aver insanguinato il sagrato su chi sta di guardia
all’affascinante mostro dell’innocenza
Vi scoprirei e farei sgorgare il più caldo geyser del mondo
Oh mio amore mia Madeleine
Sono già il padrone dell’ottava porta
E tu nona porta più misteriosa ancora
Che t’apri tra due montagne di perle
Tu più misteriosa ancora delle altre
Porte dei sortilegi di cui non si osa parlare affatto
Anche tu appartieni a me
Suprema porta
A me che porto
La chiave suprema
Delle nove porte
Oh porte apritevi alla mia voce
        Io sono il padrone della Chiave
 
Guillaume Apollinaire

I nostri corpi

I nostri corpi - sono un solo pianeta
ci scambiamo i nomi
ci scambiamo le viscere
i nostri corpi sono un solo sangue:
siamo gemelli nella ferita, la chiave dei giorni
delle nostre gioie e tristezze
sono i nostri corpi.
 
Adonis

mercoledì 20 novembre 2013

Tu stai arrivando

Tu stai arrivando, stai arrivando, vero?
Ma il tempo dell’attesa quanto dovrà durare?
Come mi opprime il pensiero d’amare
un solo uomo, io, nel mondo intero!

Vivere di me stessa solamente!
Nitida come un sogno la vita costruirei –
dei tuoi pensieri son più puri i miei,
gaie pietruzze in liquida corrente!

Mite la luna in cielo sta brillando,
ho la notte e le stelle su di me:
dimmi una sola ragione perché
dovrei, caro, per te perdermi amando?
 
Sara Teasdale

Nella bufera di rose

Ovunque ci volgiamo nella bufera di rose,
la notte e’ illuminata di spine, e il rombo
del fogliame, cosi’ lieve poc’anzi tra i cespugli,
ora ci segue alle calcagna.

Ingeborg Bachmann

Noi abbiamo delle piccole utilità

Noi abbiamo delle piccole utilità:
per esempio io amo te e vorrei che tu mi guardassi negli occhi,
e metto gli occhiali scuri affinché tu non possa vedere i miei occhi
perché entreresti con le tue mani nella mia anima
e sentiresti che il mio cuore pulsa in una sola direzione,
per questo faccio finta di non vedere niente.
E difatti io non osservo ciò che mi circonda
ma osservo ciò che accade dentro di me,
e per sentirlo non occorrono gli occhi,
per sentirlo non occorrono le labbra,
per sentire ciò che accade dentro di me ho bisogno soltanto
di una tua manifestazione di carne,
di vederti per un secondo
per parlare di te
attraverso i secoli.
Alda Merini

martedì 19 novembre 2013

Se per l’ansia che io avevo di te

Se per l’ansia che io avevo di te perdevo i portafogli ad ogni angolo della strada; se per il male che mi ero procacciata da me dalle tue braccia invisibili ad ogni angolo della strada mi ero procacciata da me l’infelicità di saperti lontano da me, se per la mia scontentezza e generosità fallita io stendevo nella notte lunghi fili di ragno alla tua porta (portone chiuso senza speranza salvo per una trovata che non poteva sorgere dal mio cervello) se per il tuo pudore e per la mia impazienza perdevo tutti i rulli del controllo; se per le mie incertezze nel mezzo di una ironia dolce e racchiusa io cercavo te anche nella notte degli altri: era per meglio riconoscerti nel turbamento degli altri: cavalli sospesi in aria su della strada che non continua.
Amelia Rosselli

Tornare a Ferrara

Tornavo in sogno a Ferrara
incerto se entrare
da nord o da sud.
A nord mi minacciava un sonno
che si rompe per un mortale silenzio,
a sud un risveglio fra gente
che va e che viene.
E giravo intorno
e la tiepida noia del nido
cedeva all’ansia di non entrare più,
chiedevo fosse l’ultima volta,
ma la bocca si apriva senza suoni,
dietro i vetri scuri dell’auto
la gente mi guardava e non capiva,
credeva stessi cantando,
ero già separato,
ma non avevo nessuna voglia
di partire, pregavo la noia:
anche tu mi deludi anche tu
che qui sembravi eterna...
Roberto Pazzi

Canzone per un'amica

Nessuno ricorda un inverno freddo come questo.
Le strade cittadine sono lastre di ghiaccio.
I rami degli alberi sono avvolti in teli di ghiaccio.
Le stelle così lontane sono lampi di ghiaccio.
Gelido è anche il mio cuore,
ma non accadde in inverno.
La mia amica,
la mia dolce amica,
quella che mi amava,
mi dice che ha smesso di amarmi.
Non ricordo un inverno freddo come questo.
Ángel González

lunedì 18 novembre 2013

L'attesa



Fammi straziare con pinze roventi,
fammi sfregiare e incidere il viso;
con verghe e sferze fammi frustare,
solo ti prego non farmi aspettare!

Fammi soffrire con ogni tortura,

rompere l'ossa,
ma non aspettare -
Perché aspettare è la pena più dura!

Fino alle sei, ieri pomeriggio,

ho atteso in preda alla disperazione -
invano, strega: tu non sei venuta,
per poco non ho perso la ragione!

Avvolto nelle spire di serpente

la smania mi teneva - e sussultavo
ad ogni squillar di campanello -
ma non eri tu, e ogno volta crollavo!

Non sei venuta - furioso, io fremo,

e Satana all'orecchio mi sussurra:
il fiore di loto, così io temo,
si burla di te, vecchio demente!
 Heinrich Heine

Elusione

Parlava. Parlava molto. Non tralasciava niente  
senza che la sua voce lo soppesasse.   
Quante e quante notti in bianco  
ad ascoltare i treni, le navi o le stelle,  
a calcolare la materia ed il colore del suono,
a dare nomi a ombre e nubi. Ora,  
quest'uomo cordiale e loquace sta in silenzio,  
forse perché sul fondo ha intravisto i fanali spenti,   
e si rifiuta  
di articolare la parola unica ed estrema: "nero".  
Ghiannis Ritsos

domenica 17 novembre 2013

Lacci d'amore

I lacci che mi legano i pensieri
sono dubbi d'amore,
serti di dolore
per un uomo
che cerca qualcosa da me
che non è il mio cuore.
Questo assillo è una fascia
che mi imbavaglia
e mi costringe in un cantone.
E' un'atroce penitenza
che mi divora completamente
senza mai farmi perdere i sensi.
Alda Merini

Previsioni del tempo

Su tutte le regioni d’Italia prevedo
cielo coperto o molto nuvoloso
con possibilità di schiarite a San Siro
e locali rovesci verso Viale Argonne quando
tu uscirai a prendere il tram.
Poi prevedo che per una settimana pioverà la pioggia
e se la grata è piena di foglie
entrerà acqua nello scantinato
e si bagneranno i giornali.
Nei fiumi i pesci saranno contenti
tu correrai a ripararti sotto il cappello
per evitare che ti piova sugli occhiali.
Sulle Alpi invece precipitazioni nevose
e nevicherà la neve anche sul Monte Stella a Milano
dove i bambini slittano sui sacchi vuoti dei rifiuti
forse non li hai mai visti.
Poi urlerà il vento e fischierà la bufera
noi due staremo al calduccio sotto le coperte
a sentirei lupi che grattano l’uscio
staremo vicini vicini
(ai rispettivi coniugi).
E chicchi di grandine grossi come uova
picchieranno sui tetti delle 127
e sulle povere vigne.
Come bestemmieresti se tu fossi contadino.
Nei mari molto mossi o localmente agitati
i pesci balleranno
sotto i piedi salati e stanchi
dei poveri pescatori
sorpresi al largo da venti
provenienti come te da nord-est.
Ma poi lo so già tornerà a splendere il sole
sui petti rossi dei pettirossi
sulle lenti degli occhiali miei e tuoi
sui parabrezza delle automobili
e in curva abbasseremo tutti insieme i parasole
con una mano.
Banchi locali di nebbia in Val Padana
e in Via Gaetano Moretti 21
dove la facciata della mia casa
che la padrona da vent’anni non vuole rifare
resterà nel vago e ci guadagnerà.
Se mi verrai a trovare ti perderai
farò annusare un tuo verso al mio cane
e partiremo a cercarti.
Ancora una settimana di piogge
che dalle parti di Viale Argonne
assumeranno carattere temporalesco
e tu per i tuoni
ti tapperai le orecchie.
Ma verso sera rosso di sera bel tempo si spera
e io uscirò come una gallina
a guardare l’arcobaleno
(sopra il tetto della casa).
E infatti domani lo so tornerà a splendere il sole
e tu andrai a spasso a nord-est di Milano
con la tua famiglia
e io a nord-ovest
con mia figlia.
Vivian Lamarque

Così passano gli anni

Passano gli anni,
e anche se la vita mi accusa d’immobilità,
anch’io ho viaggiato.
Come una particella di polvere
ho svolazzato per la casa e ai libri mi sono afferrata.
Come un insetto ho riposato sul bordo dei fossati,
o semplicemente sono stata una donna che sera dopo sera
ha guardato verso il mare
cercando navi dimenticate dalla foschia
e che tornano alla memoria,
senza una speranza diversa dalla morte.
Lauren Mendinueta

LETTERA DI BEATRICE A DANTE (In un giorno impossibile da precisare)

Per volontà divina
ci unisce la memoria.
L’ombra del tuo vicino tormento
si mescola con la mia
delicatamente, come se entrasse in paradiso.
Agonia:
emergi dal fondo dei secoli!
Se potessi lancerei il tuo nome
alle braccia infinite della notte.
Libera
sarei un uccello non toccato dal cielo.
Ombra slanciata
brilli esiliata.
Quando tornerai in paradiso
sarà il mio volto
una visione di candele
accesa in desolazione.
Sarà il mio corpo
una visione di candele
accesa in desolazione
un abito rumoroso
tra lucenti ossa.
Quale fatalità
incatena l’anima
alle fallite illusioni?
È bello starsene in silenzio
quando s’è visto il fuoco
cadere dal cielo.
Lauren Mendinueta

sabato 16 novembre 2013

Sogno

Ero avvolta nella pelliccia
nera, nella pelliccia bianca
e tu mi svolgevi
e in una luce d'oro
poi m'incoronasti,
mentre fuori dardi di neve
diagonali battevano alla porta.
Mentre venti centimetri d neve
cadevano come stelle
in frammenti di calcio,
noi stavamo nel nostro corpo
(stanza che ci seppellirà)
e tu stavi nel mio corpo
(stanza che ci sopravviverà)
e all'inizio ti asciugai
i piedi con una pezza
perché ero la tua schiava
e tu mi chiamavi principessa.
Principessa!

Oh, allora
mi alzai con la pelle d'oro,
e mi disfeci dei salmi
mi disfeci dei vestiti
e tu sciogliesti le briglie
sciogliesti le redini,
ed io i bottoni,
e disfeci le ossa, le confusioni,
le cartoline del New England,
le notti di Gennaio finite alle dieci,
e come spighe ci sollevammo,
per acri ed acri d'oro,
e poi mietemmo, mietemmo,
mietemmo.

Anne Sexton

Alla tua salute, Amore mio!

Vino che dai luce alle stelle
riempi gli occhi di questo sole
che non tramonta mai.
Mi sono seduta in un'osteria
per ubriacarmi di lui
che non è presente.
Egli vive tra gli erbosi colli
della sua giovinezza
e non guarda le mie pendici,
ma quando mi riempio di vino rosso
l'immagine di lui colma tutti i bicchieri
e si addormentano tutti gli dei.
Alda Merini

Spedizione di scoperta

Se non hai
tanta fretta
(alla tua morte giungerai comunque in tempo)
potresti renderti conto di molte più cose.
Potresti per esempio scoprire
che la punta del tuo dito
ha la stessa forma arcuata
di un acino d'uva
che la sua pelle ha lo stesso schema
di piccole scanalature rigate
della buccia dell'uva
e che quando premi la punta di un dito su un altro
la sensazione di morbida durezza è la stessa
di quando la premi sull'uva.

Scopriresti
che le palpebre degli anziani
sono grezzamente rugose come la buccia dei fichi
ma sottili e trasparenti
come la pellicola dell'occhio di un uccello
Avresti il tempo di vedere
che nello smalto brilla un sorriso
che il coltello in realtà è un raggio catturato
e che lo sgombro è stato cotto alla griglia dall'ombra

Scopriresti che
spesso una pietra dura protegge
un soffice segreto
e avresti il tempo di ascoltare la melodia
che risuona dentro ogni capello
Potresti leggere il messaggio della brina
sul vetro della tua finestra
e stupito scopriresti
quanto è difficile piangere
sotto un sole abbagliante
così come ci vuole coraggio per ridere
nel buio della notte

Se sei un uomo
scopriresti
che la donna che porti dentro sogna
di poter mettersi a piangere
e se sei una donna
che l'uomo che porti dentro sogna
di poter rendere conto
della tua fragilità sprecata
Scopriresti
che quasi tutto quello che rimproveri agli altri
è un rimprovero che hai evitato di farti

Se ti dessi il tempo di contemplare
il tappeto del paesaggio che hai tessuto con la tua vita
potresti scoprire molti sentieri che hai saltato
ai quali non potrai tornare
E forse grazie alla tua scoperta
smetteresti di far correre il giorno
per raggiungere velocemente la notte
smetteresti di scavalcare l'inverno
per arrivare in fretta all'estate
e con questo sapere
allungheresti in modo considerevole la tua vita.
Maria Wine

Un’ombra sul muro

Un’ombra sul muro 
di rami, a mezzodí mossi dall’aria, 
è già abbastanza terra 
e in rapporto all’occhio 
un sufficiente prendere parte 
ai giochi del cielo. 

Quanto pensi ancora d’avanzare? Vieta 
alle nuove impressioni 
d’irrompere dentro di te – 

star coricati, in silenzio, 
in vista dei propri campi, 
entro i confini del feudo, 
e soprattutto sostare 
a lungo presso il papavero 
che non si dimentica 
perché ha retto tutta l’estate – 

dov’è finito ?
Benn Gottfried

venerdì 15 novembre 2013

Noi siamo nell'affanno

Noi siamo nell'affanno:
ma il passo del tempo,
consideralo un'inezia
in ciò che che sempre resta.

Tutto ciò che incalza
sarà presto trascorso;
soltanto quel che indugia
è ciò che ci consacra.

Fanciulli non buttate
il cuore nella rapidità,
ad arrischiare il volo.

Tutto s'è acquietato:
oscuro e chiarità,
fiore e libro.
Rainer M. Rilke
(da I sonetti a Orfeo)

Come un sasso...

Come un sasso tirato in alto,
piccola patria mia,
da te torna sempre tuo figlio.

Visita terre lontane, si abbaglia,
si deprime e cade nella polvere,
da cui è stato preso.

Desidera andar via, ma non può,
pieno di desideri che si calmano
per poi risvegliarsi di nuovo.

Sono sempre tuo nella mia rabbia,
nell'infedeltà, nell'amorevole pensiero,
sempre magiaro.

Come un sasso tirato in alto,
voglio o non voglio,
mio piccolo paese, a te somiglio.

Nonostante ogni desiderio,
se mi tirassi cento volte,
cento volte da te tornerei. 
Ady Endre

Una fiamma disperde la mia arida vita



Una fiamma disperde
la mia arida vita;
e accantono la pietra:
ora il legno mi ispira.
Esso è rozzo e leggero:
da un tronco vengon fuori
e midollo di quercia
e remi di pescatore.
Sotto, a configger pali!
Fate risuonare, o mazze,
un ligneo paradiso
di oggetti imponderabili!
Osip  Mandel'stamm
1915