Non si può eludere il proprio destino.
Tu sei il mio destino. Noi non ci apparterremo mai fisicamente, ma ci
apparteniamo mentalmente. Tu ti sei immerso nei miei abissi più
profondi, io nei tuoi, siamo schiavi l’uno dell’altra. Anche se non
nella carne, sei il mio uomo nei miei ricordi, nei miei sogni, nelle mie
speranze. E’ questo che mi lega a te. Possiamo anche separarci, ma non
potremo mai lasciarci. Tutti questi giorni in cui tu non c’eri, eri
assente da qui, assente da te stesso, io continuavo a rivolgerti i miei
pensieri, a farti partecipe dei miei umori. Sai cosa vuol dire amare un
uomo con amore? Vuol dire amarlo malgrado te stessa, malgrado lui,
contro tutto e tutti. Vuol dire amarlo in un modo che non dipende più da
nessuno. Amo i tuoi desideri e amo anche le tue avversioni, amo il male
che mi fai, un male che non mi dà dolore, che passa subito, un male che
non lascia tracce. Amare vuol dire avere quella resistenza che ti
permette di passare attraverso tutti gli stati con la stessa intensità,
dalla sofferenza alla gioia. [...] Il mio amore per te è un nucleo, una
nebulosa nel profondo della mia anima, qualcosa che non posso più
raggiungere nè cambiare. Una parte di te è in me. Anche se tu te ne
andassi, quella parte resterebbe. In me c’è una tua forma. Io sono la
tua impronta, tu sei la mia, nessuno dei due può esistere separatamente
dall’altro.
Éric-Emmanuel Schmitt – ” Piccoli crimini coniugali ”
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