Ti credevo
il maestro dei maestri
che crea il mondo mirabilmente dal nulla,
uno stregone che domina i soli e le lune,
un poeta tra i creatori,
ti ho servito a lungo,
fedele e sottomesso,
ora ho rotto i tuoi crogioli,
eri il mago
in una favola per adulti,
cuocevi e sfornavi oro matto
come tutti gli alchimisti prima di te.
Io, il tuo apprendista stregone,
detesto le favole.
Mi hai trattato malamente.
La mia lingua si è intorpidita dal silenzio.
Ma non temere,
si rimetterà a parlare.
Raschierò via il marciume
e purificherò le parole.
Mi sentirai anche tu.
È finito ormai il periodo del mio tirocinio.
Adesso posso essere ciò che voglio,
carpentiere o contadino, soldato o poeta.
Ma non uno stregone.
Il tuo mondo, falso maestro, è vuoto.
I soli e le lune si sono trasferiti.
Inutilmente cerchi di appropriarteli.
Troverò per loro nomi nuovi,
intoccabili
per le tue dita infangate di incantatore.
Kajetan Kovic
il maestro dei maestri
che crea il mondo mirabilmente dal nulla,
uno stregone che domina i soli e le lune,
un poeta tra i creatori,
ti ho servito a lungo,
fedele e sottomesso,
ora ho rotto i tuoi crogioli,
eri il mago
in una favola per adulti,
cuocevi e sfornavi oro matto
come tutti gli alchimisti prima di te.
Io, il tuo apprendista stregone,
detesto le favole.
Mi hai trattato malamente.
La mia lingua si è intorpidita dal silenzio.
Ma non temere,
si rimetterà a parlare.
Raschierò via il marciume
e purificherò le parole.
Mi sentirai anche tu.
È finito ormai il periodo del mio tirocinio.
Adesso posso essere ciò che voglio,
carpentiere o contadino, soldato o poeta.
Ma non uno stregone.
Il tuo mondo, falso maestro, è vuoto.
I soli e le lune si sono trasferiti.
Inutilmente cerchi di appropriarteli.
Troverò per loro nomi nuovi,
intoccabili
per le tue dita infangate di incantatore.
Kajetan Kovic
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