…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

venerdì 13 aprile 2012

Mi devo rassegnare all'idea nuda e cruda

Mi devo rassegnare all’idea nuda e cruda che, pur con tutto l’entusiasmo possibile, pur con la convinzione che il carattere sia il destino, niente è reale, passato o futuro, quando sei sola in camera tua, sola con il ticchettio dell’orologio che rimbomba nello scintillio falsamente allegro della luce elettrica.
E se non ha nè passato nè futuro, che a ben vedere costituiscono il presente, allora puoi benissimo sbarazzarti del guscio vuoto del presente e suicidarti.
Ma la fredda, razionale materia grigia che ho nel cranio e che ripete a pappagallo “penso, dunque sono” mi sussurra che ci sono sempre un’alternativa, un miglioramento, una nuova svolta.
Così aspetto.
A cosa serve un certo fascino?
A garantirsi una sicurezza temporanea?
A cosa serve il cervello?
Semplicemente a dire:
“Ho visto, ho compreso”?
Oh, si, mi odio perchè non sono scesa di sotto senza tante storie a cercare conforto in mezzo alle altre.
Mi odio perchè me ne sto qui seduta a lacerarmi per non so nemmeno io che cosa dentro di me.
Me ne sto qui, fascio di ricordi del passato e di sogni futuri racchiuso in un fascio di carne passabile.
Annientare il mondo annientando se stessi è l’apice illusorio di un egoismo disperato, la più comoda via d’uscita da ogni piccolo vicolo cieco sulle cui pareti di mattoni ci spezziamo le unghie.
Smettila di pensare egoisticamente a rasoi e autolesioni e a uscire e farla finita.
Non è la tua stanza la prigione.
Sei tu.
Nessuno ha il potere di curarti, tranne te stessa.
Sylvia Plath

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